venerdì 26 settembre 2014

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Pace del Mela e la Grande Guerra



Pace del Mela e la Grande Guerra

a cura del prof. Franco Biviano

Giovani vite spezzate nel fiore degli anni, madri e spose private degli affetti più cari, orfani costretti a crescere senza il sostegno della figura paterna: questo ha lasciato ovunque la disastrosa guerra del 1915-1918, definita per antonomasia «la Grande Guerra». Anche Pace del Mela, all’epoca ancora frazione di Santa Lucia del Mela, ha dato il suo contributo di sangue e di dolore attraverso il sacrificio assurdo di tanti ragazzi, tolti alle fruttuose fatiche dei campi e schierati lungo un lontano fronte innevato e ventoso, da cui non avrebbero fatto ritorno, stroncati dalle pallottole nemiche o dagli inusuali rigori alpini.

Dal capofamiglia Fortunato Costa, classe 1877, deceduto a quarant’anni in un ospedale di Bologna, agli appena diciottenni Giuseppe La Rosa, Giovanni Francesco Pagano, Antonino Parisi e Stefano Parisi, chiamati alle armi negli ultimi mesi di guerra, furono ben venticinque i giovani del «Villaggio della Pace» rubati alle loro famiglie  dall’«inutile strage» (parole di Benedetto XV) e caduti per la patria.

I loro nomi vennero subito scolpiti sul freddo marmo di una lapide, collocata davanti alla chiesa madre, sopra un cippo innalzato sulla piazza Santa Maria della Visitazione, allora molto frequentata, perché il loro ricordo fosse quotidiano e perenne monito per le generazioni future. In loro onore poi, nel 1930, il nuovo Comune nato nel 1926 creò, nella medesima piazza, il «Parco della Rimembranza», secondo la proposta lanciata nel 1922 dal sottosegretario alla Pubblica Istruzione Dario Lupi. Furono gli alunni delle scuole primarie, allocate in quegli anni nell’adiacente palazzo Caprì, a mettere a dimora le venticinque piantine di acacia, ognuna delle quali recava, applicata sul fusto, una targhetta in ferro smaltato col nome, il grado, il luogo e la data di morte di un caduto (foto n. 1 e 2).

Il rifacimento della piazza negli anni Cinquanta spazzò via la lapide marmorea e le frondose piante del Parco, lasciando che il ricordo dei caduti della Grande Guerra, cui se ne erano aggiunti nel frattempo altri trentasette periti in un secondo devastante conflitto mondiale, fosse affidato unicamente a una grande lapide (foto n. 3) collocata nel 1960 nell’atrio della Casa Comunale appena costruita nella ribattezzata piazza Municipio (già piazza del Popolo e piazza Regina Margherita), nuovo baricentro del paese.

Una sola salma, fra quelle dei caduti pacesi nella Grande Guerra, riuscì a varcare la soglia del camposanto del proprio paese: quella di Santino Diecisole (foto n. 4), classe 1881, morto di broncopolmonite in un ospedale da campo nel rigido gennaio del 1917, a 35 anni, lasciando la moglie e due bimbi in tenera età. Le altre ventiquattro salme,  rimasero sparpagliate in altrettanti cimiteri d’Italia. Come quella di Stefano Parisi (fratello di padre Giovanni Parisi, apprezzato storico della Valle del Mela), collocata inizialmente nel cimitero napoletano di Poggiorale e traslata nel 1929 nel Mausoleo Schilizzi, a Posillipo (foto n. 5).

Molti furono i pacesi reduci della Grande Guerra, dei quali è impossibile anche semplicemente abbozzare un elenco. Vengono alla mente i nomi del dott. Eugenio Cucinotta, di Giuseppe La Spina, di Giovanni Vaccarino, dell’avv. Giovanni Bruno, del maggiore (poi colonnello) Pietro Schepis. Alcuni, come Domenico Ficarra, tornarono mutilati nel corpo. Altri, colpiti da malattie contratte in seguito all’estenuante permanenza in mezzo al fango delle trincee o nei luoghi di prigionia, si spensero a breve distanza dal rientro in famiglia, come Giuseppe Pandolfo, classe 1898, che morì nel 1920, due anni dopo la fine del conflitto, «vinto – come si legge sulla sua tomba – dai rigori della lunga prigionia di guerra» (foto n. 6). Qualcuno fortunatamente, come Pietro Giorgianni (foto n. 7 e 9), riuscì a coronare il sogno di formare una famiglia e riprendere una vita normale (foto n. 8).

Molto tardivamente, con la legge n. 263 del 18 marzo 1968, in occasione del cinquantenario della Vittoria, la Repubblica Italiana ha riconosciuto ai superstiti della Grande Guerra l’onorificenza di «Cavaliere di Vittorio Veneto». A Pace del Mela, la consegna del diploma e della relativa medaglia agli aventi titolo ebbe luogo il 3 gennaio 1971, nel corso di una commovente e partecipata cerimonia presieduta dal vice sindaco Francesco Pagano (foto nn. 9-15).

 Foto 1

  Foto 2 

   Foto 3

   Foto 4

   Foto 5

   Foto 6

   Foto 7

   Foto 8


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La testimoninza di un ragazzo del '99




LA GRANDE GUERRA NEI RICORDI 
DI UN “RAGAZZO DEL ‘99” 


Testimonianze del reduce pacese Sebastiano Capilli (1899-1984), raccolte dal figlio Nino



Arrivo al Fronte

Sono nato a Dicembre del 1899 e quando mi portarono al fronte, sul finire del 1917, la guerra era giunta al massimo della sua intensità.

La tradotta ci lasciò a Ronchi di Monfalcone (oggi Ronchi dei Legionari, a ricordo dei legionari di Gabriele D’Annunzio che da qui partirono il 12 settembre 1919 per l’impresa di Fiume).

Non ricordo la data esatta, ma da quel giorno iniziò la mia marcia verso le montagne del Carso e la mia guerra in trincea insieme a tanti altri “Ragazzi del ‘99”.
 

 Sebastiano Capilli, ritratto con la divisa di carabiniere, 
nella cui Arma si arruolò subito dopo la prima guerra mondiale


Guerra in Trincea

Stavamo lunghi giorni fermi in attesa dell’ordine di attaccare. I rifornimenti  tardavano e, tra mille pensieri, era spesso la fame a diventare il pensiero dominante: quando essa diventava insopportabile qualcuno tirava fuori il braccio dalla trincea e, con le dita tese verso l’alto, ruotava il polso nel gesto di chi vuol dire: “non abbiamo nulla da mangiare”. Qualche volta arrivava una pallottola, ma più spesso arrivavano pacchi di gallette lanciati verso di noi dal nemico austriaco e così si sopravviveva.

Anche noi italiani vedevamo spesso lo stesso gesto spuntare dalle trincee nemiche, segno evidente che anche dalla parte austriaca le cose non stavano meglio. Se ne avevamo, lanciavamo anche noi le nostre gallette verso il nemico.

Eravamo, gli uni e gli altri, perfettamente consapevoli che, quando sarebbe arrivato l’ordine di attaccare, dovevamo venire fuori e impugnando il fucile con la baionetta innestata dovevamo scontrarci e, se necessario, tentare di ucciderci a vicenda. Eravamo lì per questo, noi ed anche gli austriaci, ma nei momenti di tregua tornavamo esseri umani pronti a scambiarci gesti di reciproca solidarietà, senza pensare che la persona alla quale avevamo lanciato le nostre gallette perché si potesse sfamare poteva essere la stessa che, qualche ora dopo, per la crudele legge della guerra, avrebbe potuto ucciderci.



La Guerra e i Civili

I rifornimenti non erano mai regolari e nei giorni di combattimento spesso mancavano del tutto.

Ci ritrovammo una volta stanchi a raccogliere feriti e morti dopo una lunga azione e a soffrire la fame senza nulla da mangiare.

Finalmente arrivarono i rifornimenti: un camion carico di marmitte all’interno delle quali c’era qualcosa che ci venne distribuita come pasta e fagioli.

Svuotammo la prima gavetta e tornammo subito per riempirla una seconda volta ma, allentatosi appena il morso della fame, guardammo meglio il contenuto e ci accorgemmo che la pasta c’era e c’era anche qualche fagiolo, solo che sul brodo caldo galleggiavano tanti vermi bianchi. Presto ci passò l’appetito e si sollevò, sempre più forte, un brontolio di protesta. A un certo punto un ufficiale salì sul camion e urlò dentro un megafono: “Questo è quello che la Patria può offrire in questo momento: se avete abbastanza fame mangiate pure, altrimenti distribuiremo il resto alla popolazione civile che ha più fame di voi”. Qualcuno riprese a mangiare, sia pure con qualche espressione di disgusto, e il brontolio cessò immediatamente, perché tutti capimmo che quell’ufficiale stava dicendo una tremenda verità.



Prima dell’Attacco

Il cibo era sempre scarso, sia perché in guerra non si poteva avere di più, sia anche per la difficoltà nei rifornimenti. A volte però, all’improvviso, esso diventava abbondante e, insieme ad esso, comparivano anche il cordiale (super alcolico) e qualche pezzo di cioccolata. Le prime volte che accadde prendemmo la cosa con entusiasmo e qualcuno finì anche con l’ubriacarsi. Presto capimmo, però, che quell’improvvisa abbondanza serviva a sollevarci il morale in vista del prossimo attacco e tutto divenne meno entusiasmante.



Gli Arditi

Erano scelti tra i più giovani e prestanti. Avevano il compito di avanzare per primi contro il nemico. Si resero protagonisti di tanti gesti eroici e, alla fine della guerra, molti di loro ebbero encomi ed onorificenze e vennero considerati degli eroici patrioti. Spesso mi sono trovato con loro, accanto a loro, e nei loro sguardi potevo leggere il mio stesso stato d’animo, ma non avevano e non avevamo altra scelta: affrontare la morte combattendo contro il nemico o rallentare ed essere colpiti alle spalle da altri soldati italiani, morendo con ignominia.



4 Novembre 1918

È la data dell’armistizio, la fine delle ostilità. Ma la guerra non finì per tutti quel giorno. Nelle tante trincee, disseminate tra le montagne del Carso, la notizia che la guerra era finita in molti casi arrivò parecchi giorni dopo, e fu così anche per noi. Continuammo ad alternare azioni di combattimento con pause in trincea per alcuni giorni ancora. Tutte le morti in guerra sono morti stupide, perché stupida è la guerra, ma quelle morti dopo la firma dell’armistizio, provocate solo dalla difficoltà di comunicazione, sono la ferita più dolorosa da rimarginare.






giovedì 25 settembre 2014

I Caduti pacesi


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ELENCO DEI CITTADINI PACESI

CADUTI NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE 1915-1918





AGRILLO LUCIO

di Giovanni

Nato a Santa Lucia del Mela il 21 luglio 1888. Non si hanno altre notizie.



ALOI ANTONINO

di Nunziato e di Viola Carmela

Nato a Pace del Mela il 21 febbraio 1886. Soldato del 48° reggimento fanteria, facente parte della Brigata Ferrara. Morto il 23 agosto 1917 sull’altopiano della Bainsizza per ferite riportate in combattimento nel corso dell’undicesima battaglia dell’Isonzo (Battaglia della Bainsizza, 18 agosto-12 settembre 1917).



ARICÒ NICOLÒ

Non si hanno altre notizie.



BERTUCCIO FRANCESCO

di Pietro e di Ragno Antonina

Nato a Santa Lucia del Mela il 23 luglio 1890. Soldato della 245a compagnia Mitraglieri Fiat. Morto il 25 agosto 1918 nel 222° reparto someggiato di sanità per ferite riportate in combattimento. Coniugato.



BONFIGLIO GIOVANNI

di Antonino e di Bonarrigo Concetta

Nato a Pace del Mela il 21 marzo 1887. Soldato del 90° reggimento di fanteria, facente parte della Brigata Salerno. Morto il 20 ottobre 1917 in prigionia per malattia.



BONINA DOMENICO

di Stefano e di Salvia Fortunata

Nato a Pace del Mela (Camastrà) il 28 marzo 1896. Non si hanno altre notizie.



BUCCA LORENZO

Non si hanno altre notizie.



COSTA FORTUNATO

di Antonino e di Schepis Giovanna

Nato a Pace del Mela il primo settembre 1877. Soldato del 224° reggimento di fanteria. Morto il 12 giugno 1917 a Bologna per malattia. Coniugato.



CRUPI NUNZIATO

di Antonino e di Impellizzeri Domenica

Nato a San Filippo del Mela il primo gennaio 1893. Soldato del 150° reggimento fanteria, undicesima Compagnia, milizia mobile. Morto il 29 novembre 1915 sul monte Fortin, presso Villanova, frazione di Farra d’Isonzo (Gorizia) per ferite in combattimento. Sepolto nel cimitero di Corona, frazione del comune di Mariano del Friuli (Gorizia). Coniugato.



DE MARIANO FRANCESCO

di Giuseppe e di Italiano Filippa

Nato a Pace del Mela il 21 ottobre 1892. Soldato del 2° reggimento di artiglieria da montagna. Morto il 30 novembre 1918 in Macedonia per malattia.



DIECISOLE SANTI

di Orazio e di Campanella Nicolina

Nato a Pace del Mela l’8 febbraio 1881. Soldato del 205° reggimento fanteria, ottava compagnia. Morto il 10 gennaio 1917 nell’Ospedale da Campo n. 093 per broncopolmonite destra. Sepolto nel cimitero militare di Cormons, oggi nel cimitero comunale di Pace del Mela. Coniugato con figli.



DI MAIO GIUSEPPE

di Antonino e di Bonanno Caterina

Nato a Pace del Mela il 6 novembre 1882. Soldato della 183a batteria bombardieri. Morto il 14 ottobre 1917 a Pesaro per malattia.



IMBESI DOMENICO

Non si hanno altre notizie.



LA ROSA GIUSEPPE

di Antonino e di Imbesi Caterina

Nato a Pace del Mela l’11 febbraio 1900. Soldato del 10° reggimento fanteria. Morto il 29 settembre 1918 ad Acquaviva delle Fonti per malattia.



MAIORANA FRANCESCO

di Stefano e di Napoli Concetta

Nato a Santa Lucia del Mela il 6 febbraio 1887. Soldato del 4° reggimento fanteria, Seconda Compagnia, facente parte della Brigata Piemonte. Morto il 15 giugno 1917 sul monte Ortigara (passo dell’Agnella) per ferite riportate in combattimento. Coniugato.



MAIORANA GIUSEPPE

Non si hanno altre notizie.



MIRODDI SANTO

di Francesco

Nato a Pace del Mela il 15 ottobre 1895. Soldato del 55° reggimento di fanteria. Morto il 3 settembre 1915 a Treviglio per malattia.



PAGANO GIOVANNI FRANCESCO

di Angelo e di Pagano Andreana

Nato a Pace del Mela il primo maggio 1900. Non si hanno altre notizie.



PANDOLFO GIUSEPPE

di Angelo e di Gullifa Maria

Nato a Pace del Mela il 9 luglio 1898. Morto a Pace del Mela il 13 dicembre 1920 a causa delle sofferenze patite nel corso della lunga prigionia di guerra. Sepolto nel cimitero comunale di Pace del Mela.





PARISI ANTONINO

di Vincenzo e di Amilicia Rosaria

Nato a Pace del Mela il primo agosto 1900. Soldato del 9° reggimento di fanteria. Morto il 2 ottobre 1918 a Taranto per malattia.



PARISI STEFANO

di Antonino e di Merenda Sebastiana

Nato a Pace del Mela il 14 settembre 1899. Soldato dell’82° reggimento di fanteria. Morto il 27 luglio 1918 a Napoli per malattia. Sepolto a Napoli, nel Mausoleo Schilizzi. Fratello di padre Giovanni Parisi, apprezzato storiografo della Valle del Mela.



PIRRONE ANTONINO

di Angelo e di Merenda Caterina

Nato a Pace del Mela il 21 luglio 1896. Soldato del 223° reggimento fanteria. Disperso il 10 agosto 1916 sul medio Isonzo in combattimento.



RIZZO CARMELO

di Giovanni e di Frucella Maria

Nato a Pace del Mela il primo gennaio 1888. Caporale del 3° reggimento fanteria, Quarta Compagnia. Morto il 5 febbraio 1917 nell’ospedaletto da campo n. 115 per broncopolmonite. Sepolto a Enego (Vicenza).



SACCÀ LUIGI

di Vincenzo e di Bonfiglio Angela

Nato a Pace del Mela il 15 novembre 1887. Soldato del 216° reggimento fanteria, facente parte della Brigata Tevere. Morto il 6 novembre 1916 in località Ciciera Bocche (Val di Travignolo) per ferite riportate in combattimento nel corso dell’azione per l’occupazione dell’osservatorio austriaco di Cima Bocche.



SAPORITO SANTO

di Giuseppe e di Bucca Concetta

Nato a Pace del Mela (Camastrà) il 23 settembre 1892. Soldato del 72° reggimento di fanteria. Morto il 27 dicembre 1915 in località Valerisce per gastroenterite. Sepolto a Valerisce, frazione del comune di San Floriano del Collio (Gorizia). Coniugato.



SCHEPIS GIUSEPPE

Non si hanno altre notizie.





Ricerche storiche a cura del prof. Franco Biviano